La biblioteca del Palazzo Vescovile era sempre deserta. Nessuno a cui interessassero libri di religione e antichi manoscritti miniaturizzati dai Benedettini. Eppure erano uno spettacolo, soprattutto se aperti dopo decenni, addirittura secoli, di riposo, quando le pagine erano incollate e una nuvola di polvere volava via appoggiandoli sul vecchio tavolo di noce circondato da una panca scricchiolante sotto il peso del lettore. Il frate era solito trascorrere in quella parte solitaria del mondo il proprio tempo libero, quando gli impegni ecclesiastici glielo permettevano. Gli piaceva cercare volumi lungo tutto il perimetro della massiccia scaffalatura, soffermandosi su quei libri che in qualche modo richiamavano la sua curiosità. Erano anni che trascorreva lì ore e ore, mai sazio di cotanta cultura contenuta in un ambiente ormai quasi in disuso. La precisione della numerazione dei volumi lo aveva sempre affascinato, dalla a alla zeta e dall’uno in poi, storia, scienze, filosofia, narrativa e ogni scibile umano era perfettamente allineato in file ordinate e misteriose. A volte il frate si divertiva a scorrere la numerazione in lungo e in largo, per vedere di trovare un errore commesso dal bibliotecario che con dedizione e amore aveva sistemato i libri in maniera impeccabile. Ma niente, tutto risultava sempre perfettamente sincrono! Tuttavia un sabato mattina, dedicandosi ad una visita approfondita della parte inferiore della libreria centrale, notò una discrepanza tra i volumi cristiano cattolici precisamente disposti. In particolare, nella sezione dei Salmi, si notava un impercettibile spazio tra due Salmi. Si avvicinò e notò che la numerazione non coincideva. Dal numero S2 si passava al numero S4! Mancava il Salmo S3! Al posto del numero S3 il bibliotecario, o chissà chi, aveva lasciato un foglio bianco con su scritto qualcosa, ma ormai non si leggeva quasi più niente. Armato di pazienza il nostro si mise a cercare di capire qualcosa e ci riuscì, visto che nel foglio ormai ingiallito notò una sigla diversa da tutte le altre. Una numerazione diversa. Corse alla scrivania dell’ufficio e prese l’indice dei libri contenuti nella biblioteca. Era un volume alto, tutto scritto a mano. Cominciò a sfogliarlo, ma il lavoro si presentò subito lunghissimo e, visto che si avvicinava l’ora di pranzo, decise di riprendere il lavoro nel pomeriggio. Alle 2 in punto era già al lavoro e dopo due ore era riuscito a rintracciare la fatidica serie S dalla quale mancava il volumetto. Al rigo S3 c’era la nota “rimosso per ordine del Vescovo”. A quel punto il frate si ricordò di un’antica cassapanca che conteneva libri rotti o mancanti di alcune parti e quindi inutilizzabili. La aprì e rovistò tutto fino a quando, con grande stupore, scorse il libricino con la sigla S3. Lo prese, richiuse la cassapanca, e lo portò sopra al leggìo. Apri con cura il libretto e lesse a bassa voce le prime righe poi, d’un tratto, sentì qualcosa che a lui sembrò uno schiaffo arrivargli sulla guancia sinistra. Richiuse il libro in fretta e cercò di calmarsi, convinto di essere stato suggestionato dagli eventi. Poi ripose, quasi per sdrammatizzare il momento, il libro nella scaffalatura, al suo posto, tra il numero S2 e l’S4. Passarono alcuni giorni prima che il frate ritornasse alla biblioteca. Quando finalmente riuscì a rimetterci piede, vide che il Salmo era stato rimosso ancora una volta dal suo posto. Non lo trovò più, il libro, nonostante l’abbia cercato per il resto della sua vita dentro quella biblioteca che divenne la sua ossessione. Il frate fu ritrovato, una sera, da un suo compagno che non lo aveva visto per cena ed era andato a cercarlo. Era stato sorpreso da un infarto di fronte ad una antica cassapanca aperta e vuota.