Da tempo i principali mass-media ci stanno promettendo catastrofi economiche e panorami apocalittici per i prossimi due anni, che faranno da sfondo ad una delle situazioni economiche più disastrose degli ultimi periodi economici, paragonabile solo alla tristemente famosa crisi del ’29. Un allarme continuo e ridondante che ha messo dubbi perfino ai più ottimisti investitori e consumatori, i quali preferiscono restare in attesa aspettando che la situazione si stabilizzi. I dati preoccupanti, relativi all’abbassamento del PIL dei principali paesi mondiali, ci sono arrivati alla fine dell’anno scorso, diffondendo ciò che da tempo i più illuminati analisti andavano paventando, testimoniando una disastrosa crisi finanziaria che ben presto si è trasformata in affaticamento economico diffuso nell’intero mercato globale e che si riversa, pur in modo meno evidente, anche ai territori della nostra bella Toscana, considerati, ormai troppo leggermente, oasi felici. La politica economica di emergenza, adottata dai paesi coinvolti, male può fronteggiare una evidentemente profonda recessione economica. Eppure, come ci insegna la storia, anche nelle peggiori situazioni c’è chi investe coraggiosamente in innovative attività, traendo forza proprio dalla difficile situazione ed effettuando investimenti mirati, concentrandosi su nuovi orizzonti di marketing e politica puramente commerciale. Gli investimenti sono rivolti principalmente verso quei settori trainanti per un paese, come attività legate alla distribuzione di generi alimentari e servizi primari qualificati, indispensabili per lo sviluppo di nazioni e territori. Soluzioni immediate non sono facilmente prevedibili, ma abbiamo la certezza che la situazione economica negativa passerà e solo chi si farà trovare pronto avrà la soddisfazione di un ritorno economico appagante del capitale che ha investito sfruttando la naturale fantasia imprenditoriale di ognuno, meglio se accompagnata da un sostegno reale da parte delle banche che dovranno credere di più ai progetti piuttosto che restare radicate al vecchio sistema. Quindi nuovi orizzonti di ospitalità e ristorazione, due capisaldi dell’economia italica ormai non più al passo con i tempi, nuove forme di svago per accumunare grandi e piccini, un ritorno ai prodotti gastronomici legati al territorio, lontano dalla globalizzazione negativa che ci ha allontanato dalle nostre radici e una buona informazione accessibile anche da chi non ha avuto la fortuna di costruirsi una sufficiente cultura. Se dovessi per forza dare un consiglio, ai lettori direi che è questo il periodo buono per investire sul capitale immobiliare, visto che i tassi dei mutui non sono mai stati così favorevoli, mentre i frutti degli investimenti monetari sono poco soddisfacenti. Dunque un ottimismo non fine a se stesso ma ragionato, con quel coraggio delle idee che ci ha sempre contraddistinto nel corso di tanti secoli di storia.