Niente passato, niente futuro

 

Niente passato, niente futuro

di Giuliano Lenni


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Siamo costantemente in bilico tra il ricordo di ciò che è stato e l'attesa di ciò che sarà. Il passato ci attira, con rimpianti e nostalgie, il futuro ci schiaccia con promesse e paure. La tendenza umana di vivere nel passato e proiettarsi nel futuro è naturale. Ricordiamo le lezioni apprese, riviviamo i momenti felici o dolorosi. Pianifichiamo, sogniamo, ci preoccupiamo per ciò che deve ancora accadere. Questa costante navigazione tra ieri e domani spesso ci priva della possibilità di esperire pienamente il presente, l’unico tempo che abbiamo davvero in nostro possesso. Non bisogna negare la nostra storia personale o rinunciare ad una sana pianificazione. Consideriamola una dichiarazione di liberazione dal peso dei rimpianti, che non vuol dire dimenticare, ma imparare a lasciare andare ciò che non può essere cambiato. Liberarsi dall'ansia per il domani non significa essere irresponsabili, ma comprendere che molte delle nostre preoccupazioni future sono ipotetiche e spesso fuori dal nostro controllo immediato. L'essenza di questo approccio risiede nella consapevolezza che il tempo che viviamo nel presente è l’unico che abbiamo e che possiamo perdere. Significa sentire il calore del sole sulla pelle, ascoltare il suono della pioggia, assaporare il cibo, percepire le proprie emozioni man mano che sorgono, senza etichette o giudizi. In questa ottica il passato diventa una fonte di esperienza da cui attingere saggezza, non una prigione emotiva. Il futuro si trasforma in un orizzonte di possibilità verso cui muovere passi consapevoli, non una fonte inesauribile di tensione. Il vero potere, l'unica opportunità di agire, di cambiare, di sentire, risiede nell’istante che viviamo. È nel presente che possiamo scegliere come rispondere a una situazione, come relazionarci con gli altri, come coltivare la nostra pace interiore. In un mondo frenetico, costantemente connesso e proiettato verso la prossima novità, “niente passato, niente futuro” è un invito a rallentare. È un promemoria per respirare, per osservare, per sentire. È un richiamo a riappropriarci del nostro tempo più prezioso, quello che sta accadendo proprio in questo istante. Abbracciare questa filosofia non è sempre facile. Richiede pratica e dedizione, un costante ritorno all'ancora del presente ogni volta che la mente inizia a vagare. Ma i benefici sono profondi: maggiore calma, chiarezza, gratitudine e una più profonda connessione con la vita stessa.

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