Uno dei personaggi che con simpatia è ricordato dalla
letteratura è certo la figura di Calandrino, l'uomo sciocco, che, però
non si accorge della sua incapacità e presume di essere furbo, spiegando
gli insuccessi con le circostanze avverse o con qualche contrattempo
momentaneo. Il suo contorno di amici scanzonati e ridanciani, che
approfittano della dabbenaggine
dell'amico, ma senza malizia e solo per divertirsi è tipica espressione
dello spirito toscano, bizzarro, ma fondamentalmente comprensivo per i
difetti e onesto negli affetti. Il personaggio Calandrino per questo è
forse più vivo che altrove nelle tradizioni della bassa Toscana e anche
nella valle della Chiana dove le sue comiche imprese hanno suscitato la
fantasia degli improvvisatori e dei poeti popolari. Calandrino, pittore
di non eccelse qualità che si adatta ad aiutare gli amici Bruno, Poldo e
Buffalmacco, pittori anch'essi. Sposato con Monna Tessa, donna ormai
non più giovane e piena d'acciacchi più immaginari che reali, ma che
tiene saldamente in mano, con la sua furberia da massaia, la situazione
familiare. Calandrino innamorato di Niccolosa e di tutte le giovani
donne modelle dei suoi amici. Non fa che sognare impossibili evasioni,
più per fare un dispetto alla moglie che per amore di novità. Il Bruscello racconta sommariamente tre delle quattro novelle su Calandrino.
-La pittura sulla Primavera, dove Calandrino cerca di prendere senza pagare l'immagini di posa delle modelle degli amici.
-Il furto del maiale di Calandrino da parte degli amici.
-Calandrino alla ricerca dell'Elitropia, la pietra che rende invisibili.
-La pittura sulla Primavera, dove Calandrino cerca di prendere senza pagare l'immagini di posa delle modelle degli amici.
-Il furto del maiale di Calandrino da parte degli amici.
-Calandrino alla ricerca dell'Elitropia, la pietra che rende invisibili.